Montefusco – Carcere Borbonico

Montefusco – Carcere Borbonico

Datazione: periodo longobardo

Lo Spielberg d’Irpinia

Il castello, più noto come Carcere Borbonico di Montefusco, era in origine una struttura difensiva cinta da mura edificata dai Longobardi, successivamente ampliata e rafforzata dai Normanni, i quali, tra il XII e il XIII secolo, ne fecero uno dei capisaldi dei loro domini, soprattutto per la sua posizione strategica. Importanti lavori di ristrutturazione furono eseguiti dall’imperatore Federico II. Dopo la dominazione angioina, il castello passò nelle mani di alcune famiglie aragonesi, e in questo periodo fu trasformato in sede del Tribunale della Regia Udienza Provinciale del Principato Ultra, di cui nel 1581 Montefusco divenne capitale. Ferdinando II di Borbone, nel 1851, adibì l’ex castello-tribunale a carcere politico per i patrioti antiborbonici. Il carcere fu tristemente famoso per la durezza del trattamento riservato ai prigionieri, tanto da essere soprannominato lo “Spielberg dell’Irpinia”. All’interno sono ancora visibili il pavimento in ciottoli, le pesanti porte e gli elementi in ferro. Al piano inferiore si trova la zona detta “Vaglio”, che era destinata a ricevere i prigionieri durante “l’ora d’aria”. Nella parte superiore della struttura vi è, invece, una corsia con le celle. Tramite una scala si accede alla parte più remota della struttura, la corsia inferiore, che comprende una vasta sala con finestre alte dal suolo e chiuse da sbarre di ferro. Il carcere continuò ad essere utilizzato fino al 1877, per divenire poi carcere mandamentale fino al 1923.

Il territorio

Montefusco sorge su una collina situata tra le valli del Calore e del Sabato, da cui deriva anche il nome latino del comune mons fuscus, ossia “monte oscuro”. Reperti archeologici e iscrizioni funerarie testimoniano che il territorio era abitato già in epoca romana. Non lontano dal castello si erge la cinquecentesca Torre Campanaria, con la parte superiore a pianta ottagonale, situata nelle vicinanze della Chiesa di San Giovanni Del Vaglio, dove officiarono i papi Callisto II e Onofrio II durante la loro permanenza nel borgo. Di notevole interesse è l’Oratorio di San Giacomo con i suoi pregevoli affreschi. In origine esso era la cripta della Chiesa di Santa Maria della Piazza, edificio risalente al XII secolo, ma successivamente restaurato. La settecentesca Chiesa di Santa Caterina custodisce, invece, la rappresentazione sette-ottocentesca del Sacro Cuore, donata nel 1844 da Papa Gregorio XVI. Tra i palazzi signorili meritano una menzione Palazzo Giordano e Palazzo Lanza. Montefusco è nota, oltre che per la produzione di vino Greco di Tufo, soprattutto per l’antica tradizione rappresentata dalla lavorazione artigianale a tombolo di merletti, coperte e tovaglie, realizzate con maestria dalle donne del luogo.

Come arrivare a Montefusco

Da Roma: Autostrada A1 MI-NA direzione Napoli, proseguire su A16. Uscita Avellino Est, proseguire per SS7bis, seguire la segnaletica.
Da Bari: Autostrada A14 BO-TA, direzione Bologna, proseguire su A16. Uscita Avellino Est, proseguire per SS7bis, seguire la segnaletica.

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