Calabritto – Castello di Quaglietta
Datazione: incerta
Un borgo fortificato dall’origine leggendaria
Il borgo fortificato di Quaglietta, situato sul territorio del comune di Calabritto, ospita un castello che, secondo la leggenda, nasce come presidio militare, opera organizzativa e difensiva longobarda, favorito sicuramente dalla sua posizione strategica sullo spuntone roccioso su cui si erge, al centro della Valle. Il forte creava uno sbarramento contro gli attacchi dei Saraceni che, diretti verso le zone interne, sbarcavano tra Paestum e Salerno, e risalendo il corso del fiume Sele, effettuavano razzie e devastazioni anche nella Valle. In riferimento all’origine del Castello si presume, dati anche i ritrovamenti in altre località limitrofe che hanno più o meno storia simile, che esso sia da collocarsi nel periodo medioevale, anche perché la più antica attestazione documentata di Quaglietta come terra feudale, risale al 1140 con Robertus de Quallecta, detto “subcomstabulus” in Quaglietta, facente parte della più ampia “Cumstabilia di Salerno” affidata a Lampo di Fasanella, come attestato dal Catalogus baronum-Quaternus Magnae expeditionis. Da questo momento in poi, dopo la parentesi longobarda, normanna e sveva, passa a vari signori che ne governano il feudo e che lo acquisiscono o per eredità, o per acquisto o per i servigi resi, tra i quali le famiglie dei Filangieri, Arcucci, Gesualdo, Senerchia, De Rossi, De Vicariis, Del Plato e i Viscido. Oggi rimangono poche tracce dell’impianto originario del castello, che si erge maestoso, a difesa dell’antica via Salerno-Siponto che nel Medioevo conduceva i pellegrini al Santuario di San Michele sul Gargano. Il castello venne incorporato, nel 1807, nel Principato Ultra. La struttura è a pianta quadrilatera, con il quarto lato alquanto irregolare, e si articola attorno ad un cortile, sul quale si affaccia la dimora feudale. Nel punto più alto della roccia su cui si fonda il borgo, si innesta la principale torre difensiva, il donjon, da cui si dominava tutto il territorio circostante. Al castello si accede attraversando il borgo medioevale: superato l’alto muro di cinta si giunge alla rampa di accesso, da questa si sale al piazzale panoramico e quindi al portone d’ingresso del castello. Per mezzo di un androne coperto da una volta a botte si passa infine al cortile nel quale vi è la scala di accesso che conduce ai vari livelli della costruzione. Il castello fu ampliato nel XVII secolo dal Barone de’ Rossi, che provvide soprattutto a restaurare la torre centrale. Danneggiato dal sisma del 1980, il castello è allo stato attuale oggetto di un intervento di restauro.
Il territorio
Le origini di Calabritto, situata su una terrazza naturale che affaccia sul torrente Zagarone, risalgono all’XI secolo, anche se nell’area era già stato costruito in precedenza il castello. Le origini del nome sono incerte: per alcuni sarebbe da ricondurre alla calabrix, una specie di pino selvatico, per altri a Calabryta, una cittadina greca dell’Acaia. Dopo il terremoto del 1980 molti degli edifici storici di Calabritto hanno perso le loro forme originarie. Tra i più importanti si segnalano la Chiesa di Santa Maria di Costantinopoli, di probabile origine bizantina, e il Santuario di Maria Santissima della Neve, a cui i calabrittani e gli abitanti dei dintorni sono molto devoti. Calabritto, oltre che per il suo patrimonio storico, si contraddistingue per l’incontaminato patrimonio naturale, caratterizzato da estese aree boschive dove dimora una ricca fauna selvatica, in particolare lupi, cinghiali, volpi e diverse specie di rapaci. Nell’area vengono coltivate soprattutto castagne e ulivi, tra cui si distingue il caratteristico ulivo carpellese. Sono ancora diffuse alcune antiche tradizioni artigianali, come la produzione di cestini in vimini fatti a mano.
Come arrivare a Calabritto
Da Roma: Autostrada A1 MI-NA direzione Napoli, proseguire per E45/A3/Reggio Calabria. Uscita Contursi continuare per SS691 fino a Calabritto.
Da Bari: Autostrada A14 BO-TA direzione Bologna, immettersi su A16. Uscita Lacedonia e proseguire su SS691 fino a Calabritto.